Brevi cenni di Storia

Le Chiese :

" STROPPARI " : un nome che evoca immagini bucoliche, proprie del profondo Veneto, lavoratore e fiero artefice della propria identità.
Qual'è la sua storia ?
Una volta la frazione di Stroppari faceva parte integrante della Parrocchia di Tezze.
Le ragioni della frazione di avere sul posto una propria Chiesa con relativo sacerdote erano ispirate unicamente dalla necessità di risolvere i gravi disagi causati dal fatto di dover ricorrere a Tezze per qualsiasi pratica religiosa.
Fu così che nel 1882, come primo segno di buona volontà verso le aspirazioni della gente di Stroppari, la "Madonna della Salute" fu proclamata Patrona della Contrada e della sua Comunità religiosa, in sostituzione di "Maria Bambina" a cui era dedicato l'oratorio pubblico già esistente nella frazione.
E' del 1890 la costruzione del campanile, mentre la canonica risale al 1913, ossia alla vigilia della elezione di Stroppari a Curazia.
Nei primi mesi dell'anno 1914, infatti, giunge da Vicenza la nomina di don Angelo Gazzetta a Curato della nuova Curazia di Stroppari.
Il 1° marzo 1914 don Angelo Gazzetta faceva il suo ingresso a Stroppari.
Solo nel 1942, dopo aver raggiunto il grado di maturità prescritta ed in regola con i requisiti richiesti dalla competente Autorità Ecclesiastica, la Curazia di Stroppari venne eretta in Parrocchia.
A don Angelo subentrò come Parroco don Giovanni Mella, che resse la Comunità per 10 anni.
Dal 1956 al 1971 toccò a don Andrea Grotto continuare l'opera dei predecessori.

A don Bruno Pettenuzzo spettò il compito di costruire la nuova Chiesa, non potendo quella antica soddisfare le esigenze di una popolazione in continua crescita demografica.

Iniziata nel 1973, la nuova Chiesa venne aperta al culto nel 1975 e consacrata dal Card. Baggio nel 1976. Progettista fu l'Architetto Altieri di Thiene.
Nell'autunno del 1983 don Adriano Campiello prese il posto di don Bruno. Per ragioni di salute, don Adriano fu costretto a lasciare Stroppari.
Ad avvicendarlo giunse, nel marzo 1987, don Gianni Damini.

Un evento nefasto caratterizzò la recente storia della Comunità di Stroppari : la notte del 21 agosto 1991 un incendio di natura dolosa distrusse quasi completamente la nuova Chiesa Parrocchiale.

La gente, stretta attorno al suo Pastore don Gianni Damini, non si perse d'animo e ricostruì in breve tempo l'edificio sacro apportando delle modifiche che ne hanno esaltato la funzionalità liturgica.
Il progetto fu dell'Architetto Suor Michelangela Ballan di Milano.
Il 3 luglio 1994 il Vescovo di Vicenza, Mons. Pietro Nonis, riconsacrò la Chiesa, riconoscendo nel contempo, all'antica Chiesa Madre il titolo di "Santuario".

Con l'installazione del nuovo Organo "Formentelli" si può dire definitivamente conclusa l'opera di abbellimento della Chiesa "edificio". Con l'aiuto del Signore e di Maria, Madonna della Salute, si continuerà la costruzione del tempio fatto di pietre vive.

Nel settembre 1999 don Gianni Damini, dopo12 anni, lasciò la Parrocchia per quella di S.Vito in Bassano del Grappa e giunse don Giuseppe Mattiello.

 

Il coro :

A memoria di quanti, avanti ormai neglia anni, hanno vissuto i momenti cruciali della storia della nostra Comunità, si asserisce che per un bel pò di tempo nessun Coro locale abbia animato le celebrazioni liturgiche, ma fosse consueta la prassi di cantare tutti insieme ad una sola voce.
Su iniziativa di alcuni, tra i quali il Sig. Aldo Baggio, si convinse l'allora Curato don Angelo Gazzetta a provare a cantare a due voci.
Si era nella primavera del 1932. Le prove si tenevano nel corridoio della casa canonica. Ad accompagnare i canti si sedette Pompilio Moletta, che fu Sacrista e Campanaro per quasi tutta la vita (nonchè fondatore e primo Presidente della Scuola Materna). Egli fu mandato da don Angelo ad imparare la musica ed a suonare l'armonium a Rosà.
Dopo alcuni mesi entrò in scena Pietro Stropparo (ora Cavaliere) come Direttore di un Coro che si è andato progressivamente formando, riscuotendo anche consensi fuori paese.
Negli ultimi anni si sono avvicendati come organisti Alberto Moletta e Gianni Paolin, Claudio Rigon e Pasquale Contessa come Direttori del Coro.

   

 

L'Organo precedente :

L'Organo, distrutto dall'incendio del 21 agosto 1991 era un TAMBURINI del 1979.

Se c'è una cosa che accomuna i due Organi, il Tamburini e il Formentelli, è la volontà di realizzare lo strumento sacro pur in condizioni economiche non del tutto felici, dovute alla costruzione della Chiesa prima e alla sua ricostruzione poi.
Ciò significa che da parte dei sacerdoti e della popolazione è sempre stato avvertito il fondamentale ruolo che nella Liturgia ricopre l'Organo.
L'acquisto del primo strumento fu reso possibile dalla caparbietà, dall'impegno, dalla volontà, dalle iniziative messe in atto da un Comitato appositamente costituito e presieduto dall'infaticabile Toso Pietro, sempre in prima fila nel rimboccarsi le maniche e nel recuperare materiale vecchio, la vendita del quale si tramutò in provvidenziale risorsa per il raggiungimento del fine che il Comitato stesso si era ripromesso.

Di quell'Organo, purtroppo, non è rimasta "canna su canna".

Perchè non se ne perda completamente la memoria si propone, qui di seguito, la descrizione delle caratteristiche costruttive-tecniche.

La tastiera era costruita secondo misure rispondenti alla tradizione italiana settecentesca, tasti di abete, ricoperti in bosso ed ebano e montati su telai di rovere, ed era sistemata a “finestra” nel corpo dell’Organo. Il sistema di trasmissione dell'organo era "meccanico".
Le catenacciature erano costruite in acciaio con perni riportati, rotanti su bronzine feltrate in cachemire.
I tiranti erano in legno di abete con terminali in filo di ottone crudo filettato, con doppio dado in cuoio per la regolazione.
Il comando dei registri era a “manette” poste sulla destra della tastiera.
I somieri erano costruiti con adatti legnami, stagionati e passati al vaglio di una rigorosa selezione; il sistema adottato per la costruzione era meccanico a ventilabri a scomparto per tasto e registri a stecca.
I trasporti erano dotati di speciali guarnizioni in doppia pelle morbidissima e feltro; i mantici erano costruiti con sistemi moderni con dimensioni tali da assicurare ai somieri aria ferma e sovrabbondante.
Le canne (468) erano costruite in parte in scelto abete e in parte in lega di stagno con percentuale variante dal 25% per le canne interne al 70% per le canne di facciata.

Disposizione dell'organo : una tastiera di 61 tasti (DO - DO) -- una pedaliera di 30 pedali (DO - FA)
Registri: 1°Principale coperto 8' Bassi
2°Principale coperto 8' Sop.
3° Ottava 4' Bassi
4° Ottava 4' Sop.
5° XV 2' Bassi
6° XV 2' Sop.
7° XIX 1'1/3 Bassi
8° XIX 1'1/3 Sop.
9° XXII 1' Bassi
10° XXII 1' Sop.
11° Flauto in VIII 4' Sop.
12° Flauto in XII 2'2/3 Sop.
13° Tromboncini 8' Bassi
14° Tromboncini 8' Sop.
Pedale : 15 Subbasso 16'
Unione tastiera al pedale